martedì 2 ottobre 2012

L'ARCHITETTURA MODERNA DI ROMA E' PRIVA DI TUTELA


Ingegner Riccardo Morandi progettista 


Mercato Metronio a Via Magna Grecia a San Giovanni



Il Decreto Legge sullo Sviluppo del 13 maggio del 2011 ha modificato sostanzialmente il codice dei beni culturali e del paesaggio. Ha, di fatto, sbrindellato le maglie della tutela. Se prima bastavano 50 anni dalla costruzione di elementi architettonici di pubblica proprietà per dichiararli di interesse culturale, ora il decreto legge slitta a 70 anni il termine temporale.
Vale a dire, in parole semplici, che l'architettura contemporanea dal dopoguerra in poi non ha tutela alcuna.
IL CASO PRESO IN ESAME:
La costruzione del Mercato Metronio a Via Magna Grecia, opera dell'Ingegner Riccardo Morandi, autore noto e apprezzatissimo all'estero, potrebbe essere domolita e ricostruita perchè senza tutela. Infatti la costruzione è stata ultimata nel 1956. I 70 anni prescritti dalla legge non sono ancora trascorsi.
Con piacere pubblichiamo l'appello del DOCUMOMO Italia Onlus, l' Associazione italiana per la documentazione e la conservazione degli edifici e dei complessi urbani moderni, dell' Ordine degli Architetti di Roma e Provincia, dell'INARCH di AAA Italia, l'Associazione degli Archivi di Architettura Contemporanea.
A questo appello ha aderito con convinzione il Presidente della Sezione di Roma di Italia Nostra, Carlo Ripa di Meana.

Ci appelliamo a tutti voi, nostri affezionati lettori, perchè aderiate anche voi all'appello per salvare il Mercato Metronio e non solo.

Riportiamo, di seguito, l'appello.

"L’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Roma e provincia e DOCOMOMO Italia onlus intendono esprimere forte preoccupazione per le conseguenze che la delibera comunale Indirizzi per la riqualificazione dei compendi immobiliari ubicati in via Chiana, via Antonelli e via Magna Grecia (n. 129/2011) comporterà sui tre mercati romani del secondo dopoguerra, già inseriti nella Carta della qualità allegata al PRG del Comune di Roma .


In particolare il mercato Metronio, realizzato dall’ingegnere Riccardo Morandi, è stato inserito come edificio di rilevante interesse architettonico e urbano e rappresenta un’opera rilevantissima non solo per la storia della nostra città, ma anche per la vicenda dell’architettura italiana del novecento. L’autore, apprezzato e riconosciuto a livello internazionale come uno dei più importanti progettisti di strutture in cemento armato, è stato uno dei protagonisti, nel secondo dopoguerra, della stagione più felice dell’ingegneria italiana. L’edificio, una sorta di ‘macchina’ funzionale - con le spettacolari rampe elicoidali che raggiungono il parcheggio sommitale e l’originale pieghettatura della facciata - presenta caratteri architettonici e costruttivi di grande interesse. Ospita un mercato e un’autorimessa e continua a svolgere da oltre 50 anni il ruolo di servizio pubblico, un ruolo assolutamente attuale e da conservare.

L’opera è, dal punto di vista della tutela, messa a rischio dalle recenti modifiche che sono state apportate dal Decreto Legge sullo sviluppo (D.L. 13 maggio 2011, n. 70 - Prime disposizioni urgenti per l'economia. - GU n. 110 del 13-5-2011) al Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Il Decreto infatti innalza da 50 a 70 anni dal completamento della costruzione la soglia per dichiarare l’interesse culturale dei beni immobili di proprietà pubblica e l’edificio di Morandi, ultimato nel 1956, ricade proprio nella fascia di qulle architetture che potevano fino a pochi mesi fa usufruire di diritto della protezione costituita dal vincolo e che oggi sono invece esposti a rischi di aggressione e di incontrollate trasformazioni.

In un momento in cui si sta riavviando nel nostro Paese il dibattito sulla qualità dell’architettura e persino il disegno di legge quadro sulla qualità architettonica all’esame del Parlamento riconosce il valore delle opere e degli archivi dell’architettura contemporanea, questo episodio lancia un segnale in controtendenza rispetto a un clima che appare, invece, maturo per un riconoscimento del significato delle opere di qualità della nostra modernità. Poiché negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi episodi che testimoniano totale disinteresse e disattenzione verso il patrimonio architettonico più recente (dal degrado in cui versa il Foro italico all’abbandono del vecchio mercato di Torre Spaccata per costruirne uno nuovo ma mai aperto) sollecitiamo i soggetti responsabili a livello istituzionale ad avviare un nuovo corso nella gestione dei programmi di riuso e trasformazione dei manufatti del Novecento per evitare interventi occasionali e scoordinati che contribuiscono solo a impoverire il patrimonio architettonico di Roma.

Sottoscrivono l’appello l’INARCH, sezione laziale e AAA Italia, Associazione archivi di architettura contemporanea. Auspichiamo quindi un rapido riesame della questione che tenga in considerazione il valore dei tre mercati dal punto di vista architettonico oltre che culturale e sociale. "





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