mercoledì 10 ottobre 2012

LA METRO C DI ROMA IN UN VICOLO CIECO

Il 17 settembre Italia Nostra Roma e l'Associazione Cesia ha inviato una lettera ufficiale al Sindaco per chiedergli di prendere una decisione fondamentale ed indifferibile sulla metro C.

Ormai da 7 anni si sta lavorando sulle tratte esterne, da Pantano a S. Giovanni. L’aumento dei costi, così come documentato dalla Corte dei Conti, è ormai fuori controllo. I tempi slittano in continuazione e, ad oggi, nessuno è in grado di fare previsioni.
Ma l’aspetto più inquietante riguarda le due tratte che attraverseranno l’intero Centro Storico.
La tratta T2 (Colosseo-Piazzale Clodio) è stata di fatto cancellata, primo perché non si sa come fare le stazioni senza distruggere lo strato archeologico,  secondo perché sono finiti i soldi pubblici. I privati chiedono la cifra delirante di 10 miliardi, più la libertà di cementificare caserme e depositi Atac del Centro e di Prati.
Rimane solo qualche speranza di arrivare almeno al Colosseo.

Ma la situazione della tratta T3 (San Giovanni - Colosseo) ha un primo stanziamento di 792 milioni di euro, cifra astronomica per poco più di 2 km e nessuno è in grado di garantire che basterà.
La Soprintendenza archeologica di Roma non intende dare il nulla osta ai lavori se prima non vengono completate le indagini archeologiche. Il problema è insormontabile per cui, nonostante i continui annunci, i lavori non partono mai.

La Soprintendenza archeologica Roma richiede che i siti interessati ai lavori siano isolati da pareti fatte con paratie profonde e poi scavate a mano. Solo alla fine si potrà decidere se dare o no il nulla osta alla costruzione della metro.

Costi ingentissimi dunque, col rischio che alla fine la metro non si può fare e quindi soldi risulterano buttati al vento.

Il Comune ha previsto di occupare per gli scavi buona parte di via dei Fori Imperiali. La Soprintendenza archeologica di Roma ritiene che, il conseguente traffico, renda incompatibile questa soluzione con la stabilità del Colosseo e l’incolumità dei visitatori. Pedonalizzazione quindi di via dei Fori Imperiali, da P.za Venezia al Colosseo.

Ma si può riversare il traffico attuale nelle vie adiacenti senza provocare la paralisi di tutto il Centro Storico?

Così siamo finiti in un vicolo cieco, senza la minima via d’uscita.

Detta in maniera brutale, L’impressione di Italia Nostra è che si sta cercando di prendere tempo per evitare di dichiarare la bancarotta della metro C. E, con essa, di dare addio ai sogni di pedonalizzazione e di riscatto del Centro Storico.



Era evitabile questo immane disastro?

Si, era evitabile. Sin dal 2003, In un documento consegnato ufficialmente all’Ufficio VIA della Regione, Italia Nostra aveva evidenziato che la tecnologia scelta per la metro C , richiedeva costi altissimi ed era talmente mastodontica ed invasiva. Incompatibile con la conservazione di un patrimonio archeologico che è stato dichiarato Bene dell’Umanità. Italia Nostra era in grado di prevedere con esattezza l’insorgere di tutte quelle problematiche che ora si sono puntualmente verificate Il documento di Italia Nostra si chiudeva con l’indicazione di tecnologie nuove, ma già ampiamente collaudate, la cui applicazione avrebbe permesso di costruire una metro C enormemente meno costosa e ampiamente compatibile con la conservazione del patrimonio archeologico.


Con la lettera del 17 settembre chiediamo al Sindaco di prendersi le sue responsabilità e, nel caso che non sia in grado di trovare alcuna soluzione, di rendere urgentemente pubblica la verità dei fatti.

In modo che la questione della metro C esca finalmente dalla penombra delle decisioni riservate e immotivate, ed entri nel dibattito pubblico per la scelta del nuovo Sindaco e del nuovo Presidente della Regione






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