lunedì 21 ottobre 2013

METRO C: DOPO ITALIA NOSTRA ROMA ANCHE I CONSIGLIERI COMUNALI CHIEDONO LA NUOVA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE PER LA TRATTA SAN GIOVANNI COLOSSEO


La denuncia alla Corte dei Conti del Collegio Sindacale di Roma Metropolitane, la brusca frenata del Ragioniere Generale del Comune di Roma, Maurizio Salvi,( avrà dei solidi e validi motivi per non pagare) che non intende pagare alle imprese i 230 milioni di euro per sanare il contenzioso del 2011 tra Metro C e Roma Metropolitane, la dichiarazione di Franco Cristini, Presidente del Consorzio Metro C "se non ci pagano entro la settimana prossima chiudiamo i cantieri. Ma stavolta per sempre" sono gli ultimi sviluppi della brutta vicenda della metropolitana a Roma. Un caos dal quale si può uscire in un modo solo: attivando una nuova VIA per il progetto della tratta da San Giovanni a Colosseo, nuova Via giustificata ampiamente dalle enormi varianti di progetto( ben 45) che ne hanno modificato sostanzialmente il tracciato e la progettazione. In una nota  del 17 ottobre scorso, rispondendo direttamente al comunicato stampa di Italia Nostra Roma (di seguito riportato), Roma Metropolitane insiste nel dire che non è necessaria una nuova VIA. Italia Nostra Roma ha chiesto negli anni, varie volte, una nuova Valutazione di Impatto Ambientale a questo punto è indispensabile. Sarebbe fuori legge che Regione e Ministero dei Beni Ambientali non si rendano conto dell'allarmante situazione e non procedano immediatamente ad una nuova, aggiornata, Valutazione di Impatto Ambientale.
La linea di Italia Nostra Roma incomincia a serpeggiare anche tra i consiglieri comunali che ieri, finalmente, si sono decisi, timidamente, a chiedere nuove valutazioni di impatto. 
SINDACO E GIUNTA DATEVI UNA MOSSA E CHIEDETE IMMEDIATAMENTE AGLI ORGANI COMPETENTI UNA NUOVA VIA!!!





Comunicato stampa
17 Ottobre 2013

METRO C
LA TRATTA T3 VA FERMATA
ITALIA NOSTRA ROMA CHIEDE AL MINISTERO DELL’AMBIENTE E ALLA REGIONE LAZIO UNA NUOVA
VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE

Il Collegio Sindacale di Roma Metropolitane ha inviato un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica su “ ulteriori profili di illegittimità della condotta in atto”contenuti nell’Atto Attuativo del 9 settembre 2013 che accolla tutti i “rischi d’impresa” a Roma Capitale.
La legge farà il suo corso.
Italia Nostra Roma ribadisce che l’opera, la più costosa d’Europa, deve comunque trovare una sua conclusione.
Non è possibile che la tratta T3 muoia a San Giovanni diventando così “l’incompiuta” più clamorosa d’Europa.
I danni certi del passato azzerati dall’Atto Attuativo firmato dal Presidente di Roma Metropolitane, Ing. Massimo Palombi e dal Presidente del  Consorzio Metro C , Ing. Franco Cristini,  il 9 settembre 2013, sembrano essere un grosso pacco dono per le ditte costruttrici che non sosterranno il “rischio d’impresa”. Vedremo.
Una cosa è certa, nessuna garanzia per la tratta T3 da San Giovanni al Colosseo né per le incognite dei costi né per eventuali probabili ritrovamenti archeologici.
Nel Marzo 2003 è stata chiesta la V.I.A. che ha avuto parere favorevole e le prescrizioni sono state ottemperate nel 2004.
Il 23 Settembre 2009 c’è stata la Conferenza dei servizi con forti varianti del progetto e prescrizioni della Soprintendenza Speciale Archeologica di Roma. Il tracciato da Amba Aradam al Celio è stato ampiamente  e sostanzialmente modificato per la sicurezza del quartiere e l’allontanamento da monumenti sensibili (S. Stefano Rotondo).
Sono passati ben 10 anni dalla prima V.I.A. e in questi 10 anni il progetto è sostanzialmente modificato.
Italia Nostra Roma ha preso atto delle varianti di progetto rilevate – ben 45  come si evince dall’ Atto Attuativo del 9 settembre 2013 – ha chiesto varie volte una nuova V.I.A., sempre negata.
La delibera del CIPE di Luglio 2012 No. 84/2012 rileva le varianti di progetto. Ora sarebbe illegittimo non procedere ad un nuova V.I.A. - atto indifferibile e obbligato -che prevede l’analisi comparata anche di soluzioni alternative al tracciato originario,( Circo Massimo o Piazzale Ostiense) compresa la non auspicabile “opzione zero” che comporterebbe una Metro C bloccata per sempre a San Giovanni.


Il Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio hanno il dovere di avviare un nuovo procedimento di V.I.A.

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