martedì 2 febbraio 2010

Il lungo sonno delle Sopraintendenze.


Roma, culla dell’arte, meta obbligata del Grand Tour, rischia continuamente di trasformarsi sotto i nostri occhi in un luna park a cielo aperto.

Oggi in pericolo è Villa Celimontana, villa storica cinquecentesca ubicata sulla sommità occidentale del Colle Celio, il meraviglioso parco sta per essere deturpato accogliendo la costruzione di strutture stabili per il Festival del Jazz.

La nostra città possiede la più grande estensione urbana di Ville storiche, nessuna città europea si avvicina a questo primato che però viene considerato da tutti gli amministratori un patrimonio da sfruttare

Roma, nella sua periferia, possiede vaste aree di verde pubblico completamente prive di strutture culturali di alto livello; la valorizzazione delle periferie è uno slogan ripetuto da tutti gli amministratori, rinnegato quando si tratta di collocare una qualsiasi funzione.

Le Ville Storiche, come Villa Celimontana sono difese dal Codice dei Beni Culturali, sempre ignorato nell’ottica del guadagno e della mercificazione del nostro patrimonio.

Il Codice dei Beni culturali è chiaro sul punto che nessun elemento esterno può essere aggiunto all’impianto storico e che tutte le funzioni sacrosante per un miglior servizio ai cittadini debbono essere contenuti nei manufatti già esistenti.

L’attuale giunta Alemanno aveva già salvato Villa Ada, evitando la costruzione al suo interno del Museo del Giocattolo che prevedeva nuove strutture in un parco tutelato.

Le Soprintendenze Statali dove sono?

Non è il Sindaco o una giunta a dover tutelare i beni culturali ma gli uffici statali stipendiati e assunti per questo compito.

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