La denuncia alla Corte dei Conti del Collegio Sindacale di Roma Metropolitane, la brusca frenata del Ragioniere Generale del Comune di Roma, Maurizio Salvi,( avrà dei solidi e validi motivi per non pagare) che non intende pagare alle imprese i 230 milioni di euro per sanare il contenzioso del 2011 tra Metro C e Roma Metropolitane, la dichiarazione di Franco Cristini, Presidente del Consorzio Metro C "se non ci pagano entro la settimana prossima chiudiamo i cantieri. Ma stavolta per sempre" sono gli ultimi sviluppi della brutta vicenda della metropolitana a Roma. Un caos dal quale si può uscire in un modo solo: attivando una nuova VIA per il progetto della tratta da San Giovanni a Colosseo, nuova Via giustificata ampiamente dalle enormi varianti di progetto( ben 45) che ne hanno modificato sostanzialmente il tracciato e la progettazione. In una nota del 17 ottobre scorso, rispondendo direttamente al comunicato stampa di Italia Nostra Roma (di seguito riportato), Roma Metropolitane insiste nel dire che non è necessaria una nuova VIA. Italia Nostra Roma ha chiesto negli anni, varie volte, una nuova Valutazione di Impatto Ambientale a questo punto è indispensabile. Sarebbe fuori legge che Regione e Ministero dei Beni Ambientali non si rendano conto dell'allarmante situazione e non procedano immediatamente ad una nuova, aggiornata, Valutazione di Impatto Ambientale.
La linea di Italia Nostra Roma incomincia a serpeggiare anche tra i consiglieri comunali che ieri, finalmente, si sono decisi, timidamente, a chiedere nuove valutazioni di impatto.
SINDACO E GIUNTA DATEVI UNA MOSSA E CHIEDETE IMMEDIATAMENTE AGLI ORGANI COMPETENTI UNA NUOVA VIA!!!
Comunicato stampa
17 Ottobre 2013
METRO C
LA TRATTA T3 VA FERMATA
ITALIA NOSTRA ROMA CHIEDE AL MINISTERO
DELL’AMBIENTE E ALLA REGIONE LAZIO UNA NUOVA
VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE
Il
Collegio Sindacale di Roma Metropolitane ha inviato un esposto alla Corte dei
Conti e alla Procura della Repubblica su “ ulteriori profili di illegittimità
della condotta in atto”contenuti nell’Atto Attuativo del 9 settembre 2013 che
accolla tutti i “rischi d’impresa” a Roma Capitale.
La
legge farà il suo corso.
Italia
Nostra Roma ribadisce che l’opera, la più costosa d’Europa, deve comunque
trovare una sua conclusione.
Non
è possibile che la tratta T3 muoia a San Giovanni diventando così
“l’incompiuta” più clamorosa d’Europa.
I
danni certi del passato azzerati dall’Atto Attuativo firmato dal Presidente di
Roma Metropolitane, Ing. Massimo Palombi e dal Presidente del Consorzio Metro C , Ing. Franco
Cristini, il 9 settembre 2013, sembrano
essere un grosso pacco dono per le ditte costruttrici che non sosterranno il
“rischio d’impresa”. Vedremo.
Una
cosa è certa, nessuna garanzia per la tratta T3 da San Giovanni al Colosseo né
per le incognite dei costi né per eventuali probabili ritrovamenti
archeologici.
Nel
Marzo 2003 è stata chiesta la V.I.A. che ha avuto parere favorevole e le
prescrizioni sono state ottemperate nel 2004.
Il
23 Settembre 2009 c’è stata la Conferenza dei servizi con forti varianti del
progetto e prescrizioni della Soprintendenza Speciale Archeologica di Roma. Il
tracciato da Amba Aradam al Celio è stato ampiamente e sostanzialmente modificato per la sicurezza
del quartiere e l’allontanamento da monumenti sensibili (S. Stefano Rotondo).
Sono
passati ben 10 anni dalla prima V.I.A. e in questi 10 anni il progetto è
sostanzialmente modificato.
Italia
Nostra Roma ha preso atto delle varianti di progetto rilevate – ben 45 come si evince dall’ Atto Attuativo del 9
settembre 2013 – ha chiesto varie volte una nuova V.I.A., sempre negata.
La
delibera del CIPE di Luglio 2012 No. 84/2012 rileva le varianti di progetto.
Ora sarebbe illegittimo non procedere ad un nuova V.I.A. - atto indifferibile e
obbligato -che prevede l’analisi comparata anche di soluzioni alternative al
tracciato originario,( Circo Massimo o Piazzale Ostiense) compresa la non
auspicabile “opzione zero” che comporterebbe una Metro C bloccata per sempre a
San Giovanni.
Il
Ministero dell’Ambiente e la Regione Lazio hanno il dovere di avviare un nuovo
procedimento di V.I.A.
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