Cari lettori il testo della lettera inviata al Direttore di Repubblica dalle Associazioni che compongono l'Osservatorio per le Olimpiadi Roma 2024. E' la risposta ad alcuni articoli che danno per certo il loro SI.
Egregio Direttore,
le preoccupazioni che Cesare De Seta ha evidenziato nei
confronti del progetto di candidatura della città di Roma alle Olimpiadi del
2024, nell'editoriale pubblicato da Repubblica il 16 luglio, sono le stesse che
condividono le associazioni ambientaliste; dalla pessima gestione di
appuntamenti sportivi analoghi in Italia e all'estero, alla quanto mai
difficile situazione che sta attraversando la città.
Per questo vorremmo tranquillizzarlo, non c'è alcun via libera
da parte nostra al progetto olimpico, ma soprattutto al momento non esiste
neanche un dossier finale di candidatura, dal momento che molte delle scelte
devono ancora essere definite e il tutto è in mano alla nuova
amministrazione.
Quello che abbiamo deciso di fare, quando il Comitato Roma 2024
ci ha proposto un confronto sul progetto di candidatura, sono due cose. Da un
lato individuare i criteri secondo noi inderogabili per dare alla candidatura
una impronta legata alla sostenibilità e dall'altro entrare nel merito di alcune
delle ipotesi localizzative, per evitare scempi come avvenuto purtroppo in
passato.
Per fortuna i parametri fissati dal CIO per le candidature sono
cambiati, viste anche le eredità economiche terribili di alcune delle ultime Olimpiadi,
a partire da Atene, e sono diventati molto più rigidi sia rispetto alla
valutazione dei costi che ai contenuti ambientali.
Negli incontri avuti con il comitato promotore della candidatura
abbiamo chiesto che si utilizzassero, ovunque possibile, impianti già
esistenti, in modo da recuperarne anche alcuni in abbandono come lo Stadio
Flaminio, e che non si derogasse dalla pianificazione urbanistica vigente.
Infine che fosse coinvolta l'ANAC per la gestione di appalti e cantieri per
garantire trasparenza e legalità.
Inoltre abbiamo chiesto che la candidatura fosse legata a due
eredità da lasciare alla città: un parco lungo il fiume Tevere che potesse
renderlo finalmente tutelato e fruibile e poi una grande cura del ferro, e
dunque che a Roma si chiuda finalmente l'anello ferroviario e che si
riqualifichino stazioni e treni della linea Roma-Viterbo, che si prolunghi la
metropolitana fino a Tor Vergata.
Quanto al merito del confronto sulle ipotesi di localizzazione
di alcuni impianti, la lettera di cui riferiva La Repubblica già evidenziava
come non eravamo d'accordo su alcune ipotesi e che si dovessero trovare
soluzioni alternative e, in particolare, sulle localizzazioni sia del bacino
remiero nell’ansa del Tevere della Riserva Statale del Litorale che del Centro
Media nell’area tutelata di Saxa Rubra.
Ora il dossier è nelle mani della nuova amministrazione, e si
dovrà in primo luogo capire se il progetto di candidatura andrà avanti e poi,
in questa ipotesi, se le richieste degli ambientalisti saranno state ascoltate
o meno. Il risultato lo sapremo solo fra qualche mese, ma saremmo ben felici di
confrontarci con Cesare de Seta su Roma e sul modo in cui si tutela e si mette
finalmente al centro del futuro della città il suo patrimonio ambientale e
culturale.
Firme
Giuseppe Onufrio (Greenpeace), Marco di Fonzo (Italia Nostra), Edoardo
Zanchini (Legambiente)
Fulvio Mamone Caprila (LIPU), Donatella Bianchi e Andrea Filpa (WWF)
1 commenti:
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