Vent'anni fa ci lasciava Antonio Cederna, i suoi articoli, i suoi
libril e,le sue interviste che denunciavano i disastri del nostro paese
sono sempre più attuali.
Sondrio 27.08.1996 - Roma, 27.08.2016
Vent’anni fa ci ha lasciato Antonio
Cederna, da sempre Presidente della Sezione di Roma di Italia Nostra. Lasciava
un vuoto incolmabile non solo nella nostra associazione, ma in tutto il
nostro paese. I suoi libri, i suoi articoli e le continue denunce sui tanti
rischi idrogeologici e sulle mancanze di valide leggi e finanziamenti per
mettere in sicurezza il territorio prevedevano già da allora che sarebbero
diventati sempre più numerosi i disastri ambientali che stanno distruggendo da
anni il nostro paese. Ha sempre chiesto di non cancellare il Servizio Geologico
Nazionale e di mantenerlo nella sua sede storica di Largo Santa Susanna a Roma
col suo unico e straordinario patrimonio di documentazioni oggi invece smembrato.
In questi giorni di lutto, leggendo una parte
di un articolo del Corriere della Sera del 25 novembre 1980, appare evidente
che quanto scrisse allora dovrebbe essere pubblicato oggi perché come in
tutti i suoi scritti denuncia l’assoluta mancanza di prevenzione per impedire
tanti morti e tante distruzioni dei nostri beni culturali e ambientali.
.”Succede coi terremoti quello che succede
con le alluvioni, grazie al cronico rifiuto di ogni programmazione e interventi
preventivi. Morte e distruzione, nella loro tremenda entità, si devono alle
case costruite sui pendii friabili, alle industrie costruite nelle golene dei
fiumi, agli alberghi costruiti sul tracciato di antiche valanghe, a strade
costruite sopra terreni di riporto, alle bonifiche insensate di zone umide, che
sono lo sfogo naturale dei corsi d'acqua, al prelievo rapinoso di materiali dai
fiumi, con sconvolgimento del loro alveo, della loro portata e conseguente
erosione delle coste.
“Il terremoto è dunque un aspetto di quell’autentico sisma
permanente che è il saccheggio generalizzato del territorio e delle sue
risorse; e l’espressione di circostanza sulla faccia dei ministri e
sottosegretari che visitano le zone disastrate nasconde un’antica colpa: quella
di non aver mai portato in porto i provvedimenti indispensabili a ridare un
minimo di sicurezza fisica al Paese.”
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