Italia Nostra Roma ha combattuto,
per 60 anni, per la conservazione dei musei riconosciuti con vincolo dal
Ministero dei Beni Culturali impedendone l’alienazione e, anzi, proponendo
l’istituzione di nuovi.
E’ impensabile, quindi, che
Italia Nostra Roma appoggi la vendita dei 4 musei dell’Eur: Pigorini, delle
Arti e Tradizioni Popolari, Alto Medioevo e l’Archivio Centrale dello Stato.
Solo a Roma due sconcertanti
esempi: il Museo Torlonia alla Lungara, vincolato dal 1948, che ospitava la più
grande collezione del mondo di statuaria greco-romana, non esiste più, al suo
posto 99 mini appartamenti e la collezione negata a studiosi e cittadini; il
Museo Geologico Nazionale a Largo di Santa Susanna, venduto nel 1995 per
ospitare un centro hi-tech, voluto dall’allora Sindaco, Walter Veltroni, è ora
uno scheletro e le collezioni sono ospitate in magazzini, anche queste negate a
cittadini e studiosi. Questi due illustri ma negativi esempi, devono far riflettere,
in un’Italia che è culturalmente incapace di difendere e tutelare i suoi beni
inalienabili.
I 4 Musei all’Eur, se venduti,
rischiano la stessa sorte e segnerebbero un’altra enorme sconfitta della
Cultura italiana.
Nel Decreto Legislativo 304/99,
che trasforma l’Ente autonomo esposizione universale di Roma in società per
azioni, l’articolo 3 enuncia: “ Rientrano,
in particolare, nell'oggetto sociale della societa' EUR S.p.a., approvato a
norma del comma 4 dell'articolo 1, la gestione e la valorizzazione del
complesso dei beni di cui la societa' e' titolare. Nell'ambito di tali
attivita' e' compresa l'utilizzazione dei beni immobili per la promozione
ovvero per l'organizzazione di iniziative nel campo congressuale espositivo,
artistico, sportivo e ricreativo, ivi inclusi i servizi connessi a dette
attivita'.”.
Solo nella modifica di
statuto, firmata dal Cda il 27 febbraio 2015 all’articolo 4, comma 4 compare, la parola “alienazione” .
E’ atto legittimo che lo Statuto sia stato modificato in
discrepanza con il Decreto Legislativo istitutivo di EUR S.P.A.?
La tattica “di fare cassa” vendendo i beni di pregio per
sanare i costi, gonfiati a dismisura, della Nuvola di Fuksas non convince
nessuno e, rileva Italia Nostra Roma, avrebbe un effetto domino perverso sulla
sorte degli altri musei in tutta la Nazione.
I Ministri Padoan e Franceschini, ognuno per le proprie
competenze, devono trovare opportune ma urgentissime soluzioni sostanzialmente
diverse dalla vendite dei musei Pigorini, delle Arti e Tradizioni Popolari,
Alto Medioevo e l’Archivio Centrale dello Stato all’Eur.
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