AL SINDACO MARINO DI VERIFICARE IL PROGETTO DELLA METRO
C
CON PARTICOLARE URGENZA
ITALIA NOSTRA HA CHIESTO DI
SOSPENDERE L’APERTURA DEI CANTIERI DELLA TRATTA PER DOVEROSI APPROFONDIMENTI
E’ NECESSARIA, TRA L’ALTRO UNA NUOVA V.I.A.
PERCHE’ IL TRACCIATO E’ STATO SOSTANZIALMENTE MODIFICATO E I RISCHI PER IL PATRIMONIO ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO SONO ALTISSIMI.
IL SOPRALUOGO DI IERI DEL SINDACO DI ROMA IGNAZIO MARINO HA EFFETTUATO IL 12 LUGLIO HA CONFERMATO QUANDO GIà AVEVAMO SEGNALATO CON LA NOSTRA LETTERA SUI RITARDI, SUI COSTI E SULLE CRITICITà DELLA TRATTA T3 FERMA A S.GIOVANNI.
Alleghiamo il testo della lettera al Sindaco di Roma Capitale l'11 luglio
Onorevole Sindaco di Roma
Capitale Ignazio Marino,
Ben
venga il Suo annuncio di voler realizzare, in futuro, il grande parco
archeologico sognato dall’Archeologo e Presidente di Italia Nostra Roma per 16
anni, Antonio Cederna
Vi
è, però, un convitato di pietra che in questi giorni non compare mai sui
giornali e nelle dichiarazioni politiche ufficiali: il cantiere della Metro C
nel tratto San Giovanni-Colosseo.
Recentemente
sono già stati posti i bandoni per aprire i cantieri di scavo a cielo aperto
per la futura stazione del Colosseo e per i grandi pozzi di areazione (20 mt.
di diametro) al Celio e a Via Sannio.
Ed è
altrettanto recente la notizia circa la demolizione di ben 90 grandi alberature
nelle zone Colosseo, Celio e Via Sannio,
aree vincolate sia dal punto di vista
archeologico che paesaggistico (Vincolo del 2001, notificato il 03 Febbraio
2002, no. Fascicolo 5446). Oggi questa demolizione è stata sospesa grazie
all’immediata protesta e mobilitazione dei Cittadini e delle Associazioni. Il
cantiere che ospiterebbe la logistica, dovrebbe essere collocato nei giardini vincolati
di Palazzo Silvestri Rivaldi.
Italia
Nostra Roma non comprende le ragioni
dell’urgenza di cantierizzazione nella tratta in questione, quando la talpa è in ritardo nel suo arrivo a
San Giovanni.
L’intera
vicenda della Metro C presenta una serie di situazioni poco trasparenti:
-
dalla modifica sostanziale del suo tracciato
originario
-
al fatto che il
nuovo progetto non sia stato sottoposto a una nuova Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA).
-
la mancanza della
nuova VIA riguarda proprio la tratta T3
San Giovanni-Colosseo che prevede uno spostamento del tracciato nella zona del
Celio
-
lo spostamento nel
Celio è dovuto all’esistenza di edifici
a rischio di crollo
-
lo spostamento,
in realtà, non eliminerebbe il rischio idrogeologico in quanto, le paratie
della nuova metropolitana andranno ad intercettare la falda idrica con
possibili compromissioni delle Chiese di Santa Maria in Domnica (conosciuta
come Chiesa della Navicella) e S. Stefano Rotondo
Italia
Nostra Roma è a conoscenza che il Procuratore Regionale della Corte dei Conti si
riserva di chiedere gli opportuni accertamenti straordinari a Lei Sindaco di Roma
Capitale, alla Soprintendenza Archeologica di Roma, al Ministero per i Beni
Culturali, e al Presidente della G.R.L..
Basterebbe quanto richiesto dalla Corte dei Conti alle Autorità competenti,
come sopra esposto, a convincerla a chiedere di sospendere l’apertura dei
cantieri nella tratta T3 San Giovanni-Colosseo
per verificare, quale attuale Amministrazione comunale, la legittimità dell’enorme
aumento dei costi previsti e del contenzioso in atto tra Roma Metropolitane e
il General Contractor, contenzioso che risulterebbe
essere oggetto di un lodo arbitrale che potrebbe fare aumentare ulteriormente i
costi.
Per
quanto riguarda la pedonalizzazione nel tratto Colosseo-Largo Corrado Ricci,
Lei saprà certamente che l’esigenza di eliminare il traffico di macchine
private era una prescrizione venuta dal MIBAC con nota Prot. 32084 del 18
Ottobre 2002 , prescrizione collegata all’apertura del cantiere per il restauro
del Colosseo.
Con
l’apertura immediata del cantiere della Metro C i pedoni, in quel tratto ,dovranno
camminare per ben 7 anni , o forse più, in uno spazio limitato a mt. 2.80 tra i
bandoni del cantiere. Una vera pedonalizzazione non dovrebbe prevedere
l’apertura del cantiere della Metro C in quel tratto che, secondo Italia Nostra
Roma, è ancora possibile sospendere.
Per
illustrarLe meglio tutte le criticità che detto cantiere comporterebbe in
un’area estremamente delicata, le Vice Presidenti di Italia Nostra Roma Le
chiedono un cortese sollecito incontro.
In
attesa di un Suo gentile riscontro, Le inviamo i migliori saluti.
I Vice
Presidenti
Vanna
Mannucci
Mirella Belvisi
Alcune considerazioni:
è inutile, dannoso e precipitoso il taglio delle alberate, alcune già demolite in via Sannio, è ormai certo che "la talpa" non si muoverà da Via Lodi prima di un anno. A maggior ragione l'assessore all'ambiente Estella Marino deve sospendere l'abbattimento delle alberate ai Fori Imperiali.
Italia Nostra è in attesa che il Sindaco di Roma Ignazio Marino riceva una delegazione dell'Associazione in Campidoglio.
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