Signor Ministro, Italia Nostra
Roma comprende il Suo entusiasmo per la proposta del Professor Daniele
Manacorda di ripristinare l’arena al Colosseo.
Proposta interessante ancorchè prematura se prima non si decide di
riportare Roma ad una vera tutela dei beni culturali.
Lei e’ sicuramente al corrente di
come sono stati utilizzati, negli anni, i luoghi più pregiati e, naturalmente,
vincolati di Roma con iniziative vuote di qualsiasi aspetto culturale ma piene
dell’intento dei privati di fare cassa.
Piazza del Popolo, Circo Massimo,
Villa Borghese, Piazza Navona sono stati, negli anni, usati in maniera
“impropria”. Manifestazioni commerciali, concerti rock, i 7 giorni per il compleanno
di Renato Zero, Fifa Fan Club, Scudetto
della Roma a Circo Massimo, manifestazioni sportive hanno invaso questi luoghi
più prestigiosi di Roma.
Signor Ministro, aprire il
Colosseo a manifestazioni di ogni genere e tipo, perché di questo si tratta va
nella direzione opposta di quella della tutela del bene. Tutti gli sponsor ambirebbero
ad avere un palcoscenico unico al mondo per le più disparate esibizioni utili soltanto
a fare cassa.
In un’area che è già fortemente
compromessa dai cantieri della Metro C l’ uso massiccio di attrezzature, parco
luci, amplificatori, macchinari scenici e quant’altro sono un pericolo sempre
in agguato. Prima di qualsiasi autorizzazione alla realizzazione dell’arena,
Signor Ministro deve emanare nuove norme ferree che regolamentino, per lo meno con un Decreto Ministeriale, il
futuro senza mai una sola deroga non solo
per il Colosseo ma per i beni culturali di Roma utilizzati in maniera
impropria.
Quindi, Signor Ministro, se
proprio vuole l’arena al Colosseo – idea affascinante in sé – prima deve fare
l’indispensabile ed auspicabile passo preliminare. Troppe
volte abbiamo assistito
all’inaccettabile disinteresse e compiacenza,
nei confronti degli sponsor, da parte di coloro i quali hanno l’obbligo e non la facoltà di tutela del bene.
Ricordiamoci che il Colosseo va
concepito, come diceva Antonio Cederna, come “museo di se stesso”.
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